Salvo l'archivio Marconi:
non sarà venduto all'asta

LA STAMPA - GIOVEDI' 27 MARZO 1997


LONDRA
Salvo l'archivio Marconi: non ci sarà l'asta. I progetti, le carte, i prototipi del geniale "padre della radio" saranno donati in toto al Museo della Scienza, uno dei più prestigiosi musei di Londra. L'archivio appartiene alla Gec-Marconi, un'azienda tutt'ora sulla breccia, fondata in Gran Bretagna da Guglielmo Marconi per lo sfruttamento commerciale dei suoi brevetti. L'azienda si era accordata con Christie's per la vendita all'asta dell'archivio, conservato in un laboratorio di Great Baddow. Ma dopo vivaci interventi, tra cui quello di Elettra Marconi (la figlia dell'inventore), il progetto è ora tramontato e l'archivio (del valore commerciale di 8 miliardi di lire) sarà donato al museo.


Vittoria storica: salvato l'archivio inglese di Marconi

di Guglielmo Giovanelli MARCONI
(tratto da RADIORAMA 4/97)

Il febbraio 1997 passerà alla storia della scienza e della cultura mondiale come il periodo in cui si è verificata una battaglia (alla fine vinta!) di vitale importanza: il salvataggio dello storico archivio Marconi in Inghilterra.
Si tratta di una imponente collezione, comprendente un migliaio tra apparecchi e documenti storici di mio nonno Guglilemo Marconi, che egli lasciò in proprietà alla Compagnia Marconi (da lui fondata a Londra nel 1897).
Nel 1969 la Compagnia Marconi venne acquisita dalla General Electric Company, GEC, il più grosso colosso elettronico inglese, e da allora prese il nome di GEC-Marconi.
Lo scorso 5 febbraio la stampa britannica diede l'improvviso e clamoroso annuncio che la GEC-Marconi aveva deciso di disfarsi di tutto l'archivio marconiano in suo possesso, mettendolo alla'asta (per Christie's) il 25 Aprile a Londra.
Immediata fu la reazione di mia madre, Elettra Marconi Giovanelli, che, con un comunicato alla stampa internazionale (pubblicato sul Times inglese il 10 febbraio 1997 e ripreso il giorno dopo dai quotidiani italiani La Repubblica, Il Messaggero, Il Tempo, Il Resto del Carlino, La Stampa, Il Giornale, nonché dal francese Le Figaro e dall'americano International Herald Tribune) denunciò il tradimento e l'offesa alla memoria di mio nonno da parte della GEC-Marconi, che con questa operazione di basso profitto avrebbe condannato l'archivio Marconi alla sua totale dispersione.
Questo intervento ebbe fortissime ripercussioni sia in Inghilterra (dove la Marconi Veteran Association, forte di 5 mila membri e di cui io sono il Presidente per quest'anno 1997, insorse contro la GEC-Marconi, minacciando picchetti di protesta davanti alla sede dell'asta) che in Italia (dove i deputati di Forza Itralia Di Comite e Bergamo, e l'On Pace di AN presentarono subito una interrogazione al Parlamento chiedendo al governo italiano di intervenire all'asta per comprare l'archivio e portarlo in Italia).
Il Ministro delle Posate italiano Maccanico annunciò subito l'impegno del Governo di acquistare l'archivio dall'Inghilterra.
Il 19 febbraio mia madre ed io arrivammo a Londra per una serie di incontri miranti a salvare l'archivio. Il 21 febbraio, finalmente, dopo un lungo incontro con noi e con altri enti inglesi, il Presidente della GEC-Marconi, Lord Prior, annunciava alla stampa che la sua società aveva deciso di annullare la decisione di mettere l'archivio Marconi all'asta e che esso, quindi, sarebbe rimasto unito ed in inghilterra.
Per la nuova localizzazione, trattative sono in corso tra il Museo di Chelmsford ed il Science Museum di Londra.
Una grande tragedia, per noi e per la cultura mondiale, è stata dunque evitata.

Guglielmo Giovanelli Marconi


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