IL RADAR ITALIANO


Lince Lontano (Lince Grande)- Prototipo di radar rotante costruito dalle Officine S.Giorgio di Pistoia


L' idea di concepire sistemi per la rilevazione di oggetti mediante radioonde fu intuita fin dai primi anni del nostro secolo. Dagli studi di Hertz sulle onde elettromagnetiche alle prime esperienze di Hulsmeyer attraverso i primi esperimenti compiuti nel 1931 negli Stati Uniti e in Inghilterra, si giunse infine alle prime applicazioni pratiche nel 1940 in Gran Bretagna influenzate ed accelerate daeli eventi bellici.

In Italia fu Marconi a suggerire nel 1922 la possibilità di utilizzare le onde corte per il radiorilevamento di oggetti e nel 1933 eseguì alcuni esperimenti presso Roma alla presenza delle piu' alte cariche militari. Le ricerche continuarono a cura dell'Istituto Superiore delle Trasmissioni del Genio ma non con l'impegno e i fondi stanziati, nello stesso periodo nei paesi anglosassoni e in Germania. Nel nostro Paesesi svolsero' cosi' ricerche di limitata entita' cercando di acquisire nel frattempo dati ed informazioni sugli studi in atto nelle altre nazioni. Fu anche deciso di impegnare nella ricerca la Marina Militare poichè si individuò nelle artiglierie navali il principale campo di applicazione del radar, ma la Marina non accolse la proposta di rinunciare alla costruzione di un incrociatore per devolvere alle ricerche sul radar le somme così risparmiate. Si giunse così, a guerra iniziata, alle prime indirette rivelazioni sull'esistenza del radar sulle navi inglesi in conseguenza degli scontri navali notturni che si risolvevano inspiegabilmente a favore delle navi alleate. Furono in particolare le due battaglie del 12 ottobre l940, in cui gli italiani persero tre unità e gli inglesi nessuna, e di Capo Matapan del 29 marzo 1941 risoltasi in un'ecatombe di navi italiane, che fecero riprendere gli studi sul radar e ne accelerarono i tentativi di applicazione pratica. Ad essi contribuì, fra l'altro, la caduta in mano italotedesca nel giugno 1942 della città libica di Tobruch ove, insieme a grandi quantità di materiale bellico, furono rinvenuti anche alcuni modelli di radar terrestri inglesi. A questi tentativi e a queste ricerche, in parte italiane e in parte derivate dai modelli inglesi, è collegato un momento della vita e della produzione delle Officine Meccaniche San Giorgio di Pistoia, alle quali fu commissionata, nel 1942, la realizzazione di due prototipi di radar terrestri da installare sulle coste e nei pressi degli aeroporti in f£nzione antiaerea. La scelta non era casuale poichè le Officine facevano parte del gruppo San Giorgio di Genova che fin dagli anni precedenti alla prima guerra mondiale si era dedicato alla produzione di sistemi ottici e di puntamento per la Marina Militare. Nel periodo tra le due guerre la produzione si era ancor più specializzata comprendendo dai semplici cannocchiali ai collimatori per aerei, ai congegni di puntamento e di mira per complessi navali, ai telemetri a coincidenza e stereoscopici antiaerei fino alle centrali automatiche antiaeree e navali. Sulla base di queste esperienze nel 1942 fu costituito un pool d'aziende costituito dalla Borletti di Milano, dalla Galileo di Firenze e dalla San Giorgio di Genova, denominato BGS, per la costruzione di radar e la San Giorgio destinò la produzione alle sue of ficine pistoiesi. La Galileo aveva la funzione di capofila e il suo Ufficio Studi elaborava i disegni dei progetti mentre Borletti e San Giorgio avevano il compito della realizzazione pratica dei primi quantitativi, circa venti, di due tipi di radar.

I prototipi furono denominati "Lince piccolo" o vicino e "Lince grande" o lontano e distinti in base alla distanza massima su cui operavano. Il Lince piccolo, di tipo parabolico, operava fino a 60 chilometri di distanza, era di studio e progettazione italiana e fu completato alla fine del 1942. I1 Lince grande, di tipo a piastra rotante, operava fino a 120 chilometri di distanza e i suoi disegni erano stati copiati dal modello inglese rinvenuto a Tobruch. L'apparecchiatura fu portata in Italia, smontata e riprogettata e della sua lavorazione nelle Officine San Giorgio rimangono la documentazione fotografica dell'unico esemplare parzialmente realizzato e una circostanziata testimonianza del tecnico incaricato alla lavorazione, Alfiero Santini, esponente, fra l'altro, dell'organizzazione clandestina antifascista di fabbrica. La produzione iniziò nel febbraio 1943 e prevedeva un sistema di difesa contraerea basato sull'uso del Lince lontano posto sulla costa per l'avvistamento degli aerei fin da 120 chilometri e in collegamento sia con le centrali di tiro delle navi

Lince Vicino (Lince Piccolo): radar di tipo parabolico

che con il Lince vicino posizionato all'interno del territorio nei pressi degli aeroporti. I due apparecchi erano quindi complementari e l'aereo individuato dal primo veniva consegnato all'altro che ne proseguiva l'individuazione fino all'abbattimento. Dei due il Lince lontano aveva una struttura decisamente complessa ed avanzata ed era costituito da una cabina poggiata su quattro zampe ruotante a 360 gradi e delle dimensioni di circa m. 3 x 6 x 6. A1 di sopra di essa era posta un'antenna ruotante a 180 gradi costituita da una lamina d'alluminio traforata e recante 48 bipoli con punta in argento; la lamina era incernierata nel punto piu' alto ed era dotata di due bilancieri in basso. All'interno della cabina un operatore princiaple e due collaboratori operavano con un'apparecchiatura elettrica costruita dalla SAFAT e con un apparecchio scompositore quota-distanza denominato ALIDADA che forniva tutti i dati sugli aeroplani in volo. I lavori procedettero con regolarità e speditezza se si pensa che le foto documentano lo stato del radar all'agosto 1943 e la caduta del Fascismo nel luglio non modificò i piani di lavoro. L'armistizio dell'8 settembre e la successiva occupazione tedesca dello stabilimento portarono invece a un rallentamento dei lavori boicottati, come tutta la produzione, dall'opposizione di fabbrica. Così mentre il Lince piccolo fu sperimentato nei primi mesi del 1943 all'aeroporto di Novara, la produzione del Lince grande fu interrotta, quando mancava solo da posizionare l'apparecchiatura elettrica, dai bombardamenti alleati su Pistoia che nel Gennaio 1944 distrussero lo stabilimento San Giorgio. Nel successivo trasferimento per opera dei tedeschi degli impianti nel nord Italia il radar, per le sue dimensioni, non fu spostato, rimase nei capannoni ormai ridotti in macerie e fu smontato al momento della ripresa dell'attività alla fine del 1944. Si concludeva così un capitolo della ricerca e della tecnologia italiana sul radar che si sarebbe riaperto con altri risultati ed impieghi nell'Italia del dopoguerra.

Bibliografia : Il Coltello di Delfo - nr. 9


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